Con l’espressione “amianto di origine naturale” (NOA - Natural Occurring Asbestos) viene generalmente indicata la presenza di affioramenti superficiali di rocce contenenti amianto e/o minerali di amianto (crisotilo, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, antofillite) formatisi per processi metamorfici dinamotermico-regionali o di contatto.
La presenza di fibre di amianto in superficie può essere di origine geologica (affioramenti) oppure determinata da attività antropiche che hanno modificato lo stato originario del territorio creando potenziali sorgenti di contaminazione (erosione e alterazione di rocce contenenti amianto, attività produttive e insediamenti urbani, terremoti, alluvioni, frane, etc.).
L’esigenza di approfondimento nasce dall’evidenza che ad oggi circa il 5% di casi di mesotelioma asbesto-correlati non sono ascrivibili ad una esposizione di tipo professionale ma derivanti da esposizioni di tipo ambientale. Il numero di casi accertati di quest’ultimo genere di tipologia di esposizione risulta in continuo e progressivo aumento. In aggiunta il 20% dei casi l’esposizione ad amianto è improbabile o ignota e si suppone possa essere determinata anche da esposizioni di tipo ambientale non ancora accertate. L’argomento risulta di grande interesse in termini di prevenzione dei rischi tanto che ben tre siti da bonificare di Interesse Nazionale (Balangero, Emarese e Biancavilla) sono ascrivibili ad una contaminazione di origine naturale. Per detti siti lo Stato italiano ha già stanziato significativi finanziamenti per la bonifica e ripristino delle aree, tutt’ora in corso.
Tale tematica, estremamente ampia, interessa vaste porzioni del territorio nazionale e risulta complicata dalla presenza, in alcuni casi specifici, di siti NOA con contaminazione determinata da fibre asbesto-simili (non normate come minerali di amianto) quali la Fluoro-edenite, l’Erionite, la Balangeroite, Carlosturanite, etc.
Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici ha avviato da anni ricerche su tale argomento conducendo specifiche attività sulle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) anche tramite sopralluoghi, campionamenti ed analisi con metodiche ed attrezzature innovative per l’individuazione delle aree a maggior rischio. Ciò ha consentito la segnalazione alle Autorità competenti di misure cautelative di tipo collettivo e individuali. La preliminare attività di ricerca ha quindi portato ad un successivo livello di stretta collaborazione con Amministrazioni Nazionali, Regionali e locali per l’attuazione di misure e procedure sito specifiche straordinarie, non contemplate, per la loro peculiarità, dalla normativa vigente.
Il Dipartimento ha, tra l’altro, in essere il “Progetto NOA”, in collaborazione con la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione dell’Inail (CONTARP), il cui obiettivo è la stesura finale di indicazioni operative per l’applicazione di misure di prevenzione e protezione di lavoratori o popolazioni esposte, a seguito della preliminare individuazione delle principali situazioni di rischio sul territorio nazionale. Potranno essere inoltre indicate specifiche procedure di gestione del territorio (previsione di vincolistica locale sull’uso del suolo, etc.), anche a tutela delle matrici ambientali.