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Rischi per i lavoratori nei siti contaminati

Con sito contaminato si intende indicare una porzione di territorio, più o meno estesa, che può costituire un rischio sanitario e ambientale legato alla presenza di sostanze inquinanti nel terreno e/o nella falda acquifera.

In Italia, nella maggioranza dei casi, l’origine di tale contaminazione è strettamente legata alla presenza di siti industriali, dismessi o in attività, di discariche abusive, non controllate o non adeguatamente gestite, come anche di punti vendita carburanti; da ciò ne consegue che i bersagli della contaminazione sono prevalentemente i lavoratori che svolgono le proprie attività nei siti suddetti.

Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici da più di 15 anni svolge attività di ricerca e consulenza finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori presenti su di un sito contaminato, anche partecipando all’iter istruttorio per i Siti di Interesse Nazionale (SIN).

Le tematiche affrontate, sempre in stretta collaborazione con le altre istituzioni pubbliche e private, coinvolte sia a livello centrale che territoriale, riguardano essenzialmente:

  • La procedura di analisi di rischio sanitario di cui al Titolo V Parte quarta del D.Lgs. 152/2006;
  • La gestione del rischio chimico per i lavoratori nei siti contaminati;
  • La gestione del rischio biologico per i lavoratori nel settore della bonifica dei siti contaminati;
  • Attività inerenti l’accordo di collaborazione RECONnet.

I principi cui si conformano le attività svolte dal Dipartimento in tema di gestione dei siti contaminati sono quelli generali della prevenzione e della protezione dei lavoratori. I prodotti della ricerca e dell’attività di consulenza e supporto tecnico-scientifico hanno l’obiettivo di pervenire ad una corretta valutazione dei rischi presenti in queste aree e di tutelare la salute e della sicurezza sia degli operatori addetti alle bonifiche, sia di tutti i lavoratori presenti nei siti, evitando esposizioni indebite o inconsapevoli, salvaguardando altresì gli ambienti di vita e le matrici ambientali.

La stretta collaborazione ed il continuo confronto con gli altri organi pubblici e con tutti gli stakeholders consente di pervenire a scelte condivise, che favoriscono l’aderenza degli operatori alle indicazioni fornite. A questo scopo il Dipartimento svolge anche attività di formazione specialistica e di informazione ai lavoratori.

 

La procedura di Analisi di Rischio sanitario (AdR) permette di stimare quantitativamente il rischio per la salute umana (lavoratori e residenti) connesso ad una esposizione cronica a specie chimiche contaminanti presenti nel terreno (insaturo e/o saturo), che possono entrare in contatto con il bersaglio della contaminazione tramite inalazione, ingestione e contatto dermico.

Il Titolo V, parte quarta del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., che detta norme in materia ambientale, prevede l’applicazione della procedura di AdR per la stima delle Concentrazione Soglia di Rischio (CSR) per i comparti ambientali suolo saturo e insaturo; il superamento della CSR richiede la messa in sicurezza e/o la bonifica del sito stesso.

La stima delle CSR si effettua imponendo l’accettabilità del rischio per la salute umana ed è condizionata dalle caratteristiche del sito e dalla modalità e frequenza dell’esposizione. Dal 2004 il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche dell’Inail porta avanti lo studio di tale tematica, in stretta collaborazione con l’ISPRA, l’ISS, le ARPA e il mondo accademico, analizzando le molteplici problematiche ad essa connesse.

Il Dipartimento svolge attività di ricerca finalizzata all’elaborazione di criteri e procedure utili per operare in sicurezza e proteggere la salute dei lavoratori presenti a qualsiasi titolo in un sito contaminato. Tale attività di valutazione e gestione dei rischi è sancita sia dal d.lgs. 81/2008 che dal d.lgs. 152/2006. Quest’ultimo afferma, nell’allegato 3 del Titolo V Parte Quarta, che è necessario garantire la tutela della salute dei lavoratori che operano sul sito, durante l’esecuzione delle indagini, dei sopralluoghi, del monitoraggio, del campionamento e degli interventi. Inoltre secondo l’art. 245 il proprietario o gestore dell’area, che rilevi il superamento o il pericolo concreto e attuale del superamento delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR), anche se non responsabile della contaminazione, ha l’obbligo di attuare le misure di prevenzione finalizzate anche ad impedire che la contaminazione metta a rischio la salute dei fruitori delle aree.

Nel 2014 INAIL ha pubblicato il Manuale operativo “Il rischio chimico per i lavoratori nei siti contaminati”, che definisce i principali strumenti operativi per la valutazione e gestione del rischio chimico per i lavoratori presenti a qualsiasi titolo in un sito contaminato, non impiegati nelle attività dirette di bonifica, tenendo conto delle disposizioni contenute sia nel d.lgs. 81/2008 che nel d.lgs. 152/2006. Il Manuale negli anni è diventato un concreto riferimento per le autorità di controllo e gli operatori di settore nei seguenti ambiti:

  • Verifica, sulla base di monitoraggi di aria ambiente, della presenza o assenza di rischio inalatorio, connesso allo stato di compromissione delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo e acque di falda), per i lavoratori presenti sul sito;
  • Supporto alle valutazioni in merito alla necessità di attuare interventi di bonifica/messa in sicurezza e/o misure di prevenzione (MiPre), di cui all’art. 245 del d.lgs. 152/2006, sulla base degli esiti della valutazione di cui al punto precedente;
  • Supporto alle scelte riguardo le azioni da intraprendere per riportare il rischio inalatorio a livelli accettabili, qualora necessario.

Nel 2016 il Manuale INAIL è stato oggetto di un interpello (Interpello n. 9, Prot. 9739 del 12/05/2016) nell’ambito del quale la Commissione per gli Interpelli del Ministero del Lavoro ha ritenuto che, nei luoghi di lavoro ubicati all’interno di siti contaminati, il suo utilizzo costituisca un valido riferimento per la valutazione e la gestione dei rischi per la salute derivanti dalla contaminazione del sito e soddisfi la previsione normativa.

In tale ambito il Dipartimento sviluppa procedure, metodologie, software, data-base e strumenti innovativi finalizzati ad incrementare la capacità di azione dei Servizi di vigilanza territorialmente competenti e promuovere una corretta valutazione dei rischi connessi alle sostanze presenti nelle matrici ambientali e l’adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione da parte delle aziende e dei professionisti operanti in tali aree.

In considerazione della scarsa consapevolezza dell’obbligo di legge che prevede la valutazione del rischio biologico al quale sono esposti i lavoratori del settore delle bonifiche, in base al Titolo X del D.Lgs. 81/2008 ed all’Allegato 3 del D.Lgs. 152/2006, il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici nel 2013 ha pubblicato una monografia riguardante “Il rischio biologico nel settore della bonifica dei siti contaminati”, finalizzato a dare indicazioni per la valutazione e gestione di questo rischio specifico, spesso trascurato e comunque sottovalutato. Ad oggi le indicazioni cominciano ad essere implementate nei progetti degli interventi di messa in sicurezza e bonifica di siti contaminati.

Durante le operazioni di bonifica dei siti contaminati l’esposizione del lavoratore ad agenti biologici può essere sia potenziale che deliberata, in funzione delle lavorazioni che si svolgono per il recupero del sito, e può configurarsi durante l'esecuzione delle indagini preliminari, in occasione dei sopralluoghi sul sito, del monitoraggio ambientale, del campionamento delle matrici e degli interventi di bonifica veri e propri.

Nella monografia vengono proposte le misure tecniche, organizzative e procedurali al fine della gestione del rischio biologico nelle diverse operazioni previste in corso di bonifica dei siti contaminati.

I lavoratori coinvolti nelle diverse attività di bonifica di discariche abusive o non adeguatamente gestite, soprattutto nelle fasi preliminari di indagine in cui l’entità e la tipologia della contaminazione non sono note, devono essere adeguatamente tutelati in riferimento a tutti i rischi specifici potenzialmente presenti. La gestione di questi rischi risente però di una sostanziale carenza di indirizzi, criteri e strumenti operativi.

In proposito il Dipartimento svolge da diversi anni attività di ricerca con la finalità di promuovere la salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori e della popolazione nelle attività di gestione e risanamento di discariche abusive o non adeguatamente gestite, con particolare riguardo ai seguenti pericoli: presenza di rifiuti infiammabili, instabilità geotecnica, presenza di biogas, presenza di percolato.