Nel settore agro forestale, a fronte di una sempre più marcata innovazione tecnologica delle caratteristiche operative e dell’incremento della meccanizzazione, si assiste a un non corrispondente sviluppo dei livelli di sicurezza applicati alle macchine. Difatti, numerosi infortuni, spesso mortali, accadono per il non corretto uso o per la vetustà del parco macchine di cui l’agricoltura, sempre più meccanizzata, si avvale. La situazione è rappresentata dagli indici di pericolosità che risultano molto elevati, ponendo il settore fra quelli a maggior rischio di infortuni e malattie professionali. In relazione a ciò, si deve sottolineare la ricorrenza di infortuni gravi e mortali, anche collettivi, derivanti da utilizzo di macchine e attrezzature di lavoro non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza (RES) e a una inadeguata gestione o ad un uso scorretto di impianti.
Anche dal punto di vista delle malattie professionali l’agricoltura si caratterizza per la rilevanza del fenomeno in rapporto agli altri settori produttivi.
Nel quinquennio 2013-2017, l’agricoltura ha registrato l’incremento più significativo di malattie professionali, poco meno del 20%. L’andamento crescente delle denunce di malattie professionali, da un lato pone l’attenzione sulla necessità di intervenire con specifiche politiche di prevenzione, dall’altro indica chiaramente una maggiore attenzione da parte di tutti i soggetti interessati verso una situazione di rischio che nel passato, anche recente, è stata sottovalutata.
L’attività di ricerca del Dipartimento Innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici si propone di intervenire ai fini dell’analisi di fondamentali fattori di rischio e dell’individuazione di soluzioni tecniche per definite condizioni di lavoro che si sono rivelate negli anni particolarmente meritorie di attenzione.
Particolare attenzione è posta a:
- lo sviluppo di soluzioni tecniche innovative per ridurre il rischio di capovolgimento di trattori in condizioni di lavoro sottochioma, dove i classici ROPS risultano difficilmente utilizzabili, e per limitare il mancato uso dei sistemi di ritenzione del conducente;
- lo sviluppo di trattori a propulsione elettrica, parziale o totale, tale da permettere una sostanziale riduzione delle emissioni inquinanti, acustiche, e vibrazionali;
- la definizione di soluzioni tecniche che consentano di rilevare in tempo reale la presenza dinamica di lavoratori a terra e/o di ostacoli in prossimità delle macchine operatrici semoventi con operatore a bordo impiegate nel settore agricolo;
- l’individuazione dei parametri tecnici necessari per il corretto accoppiamento tra le macchine di base impiegate nel settore agricolo e le attrezzature intercambiabili a esse collegabili;
- la riduzione dei rischi connessi con le macchine agricole operatrici semoventi a due o più assi e ai rimorchi agricoli.
Infine si segnala l’attività di ricerca per il reinserimento di lavoratori con ridotte capacità motorie. L’obiettivo è quello di realizzare strumenti e dispositivi che consentano ai lavoratori con ridotte capacità motorie di spostarsi in campo ed effettuare operazioni agricole meccanizzate.