Ai sensi del regolamento REACH i fabbricanti e gli importatori devono registrare le sostanze e dimostrarne l’uso sicuro anche se queste assumono nanoforme. In tale senso l’ECHA ha emanato una specifica linea guida per la preparazione dei fascicoli di registrazione delle nanoforme allo scopo di facilitarne la registrazione.
Il regolamento REACH dal canto suo non contiene espresse disposizioni in materia di gestione del rischio della salute e sicurezza per tali sostanze e poche sono le informazioni attualmente disponibili sui nanomateriali.
Sebbene alcuni regolamenti UE, come le normative sui cosmetici e sui nuovi prodotti alimentari, prevedano delle esplicite prescrizioni giuridiche per le sostanze che assumono nanoforme, tali prescrizioni non esistono per tutti gli altri materiali in nanoforma attualmente commercializzati in Europa, la cui regolamentazione è demandata dalla comunità europea ai singoli gli Stati membri.
In assenza di precise informazioni sui rischi associati all'esposizione professionale ai nanomateriali ingegnerizzati, vale il principio della massima cautela; è essenziale pertanto assumere misure di prevenzione e protezione adeguate all’entità del rischio, che riducano al minimo il rischio di esposizione dei lavoratori. Nel caso in cui il potenziale pericolo non possa essere eliminato attraverso la sostituzione con una sostanza meno pericolosa o meglio non pericolosa, allora vanno installati sistemi di controllo specifici al processo o alla mansione. Giacché la via inalatoria sembra rappresentare la principale via di esposizione professionale per i materiali in nanoforma, è necessario limitare la generazione di nanomateriale aerodisperso nei luoghi di lavoro attraverso l’utilizzo di sistemi chiusi e di processi a umido, evitando, nei limiti del possibile, processi tipicamente legati alla generazione di polveri, come per esempio la molatura e l’abrasione.
Sistemi di controllo quali sorgenti chiuse (vale a dire, isolamento della sorgente rispetto al lavoratore) e sistemi di ventilazione locali andrebbero predisposti sulla base delle conoscenze sul movimento aerodinamico dei nanomateriali in aria in modo da risultare efficaci ai fini della cattura di materiali aerodispersi.
Anche la quantità in massa dei nanomateriali che viene sintetizzata o utilizzata nella fabbricazione di un prodotto influenza in modo significativo la selezione dei sistemi di controllo.
Diversi, quindi, sono i fattori che influenzano la scelta dei sistemi di controllo: la quantità di nanomateriali manipolati o prodotti, la forma fisica e la durata della mansione. Per esempio, lavorare con basse quantità di nanomateriale in forma liquida richiederebbe un sistema di controllo meno rigoroso di quello che sarebbe necessario per grandi quantità di nanomateriali in polvere.
I nanomateriali che non sono in forma libera, (incapsulati in un solido, nanocompositi, materiali rivestiti superficialmente), a meno di tagli o frantumazione, normalmente non richiedono l’utilizzo di sistemi di controllo.
Se i livelli di esposizione lavorativa ai nanomateriali rimangono preoccupanti anche dopo l’adozione di sistemi di controllo e di processo, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI), come guanti e respiratori può ulteriormente ridurre l’esposizione.
Sono state sviluppate diverse Linee Guida che forniscono raccomandazioni per l’uso dei DPI compresi indumenti, guanti e respiratori nei luoghi di lavoro dove si utilizzano nanoparticelle. Ad esempio, il National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) riporta sia su “Approaches to Safe Nanotechnology” che su “Nanomaterial Production and Downstream Handling Processes” i criteri di scelta per i DPI e per i respiratori per gli ambienti di lavoro dove si utilizzano nanomateriali.
L’Associazione dell’industria chimica tedesca (VCI) e l’Istituto federale tedesco per la sicurezza e la salute (BAuA) hanno pubblicato una “Guida per la gestione e l’utilizzo di nanomateriali nei luoghi di lavoro”, che contiene orientamenti sulla scelta e l’uso di indumenti di protezione individuale, guanti e respiratori tra cui i dati di efficacia dei filtri per particelle nanometriche.
Schede di dati di sicurezza (SDS)
In conformità a quanto previsto dal regolamento REACH, è necessario riportare all’interno della scheda di dati di sicurezza le informazioni utili sulla sostanza presente in nanoforma descrivendone nei limiti del possibile i pericoli le misure per la manipolazione, immagazzinamento ed emergenza.
Il regolamento REACH, infatti, chiede agli utilizzatori di sostanze chimiche pericolose di seguire le raccomandazioni fornite negli scenari d’esposizione acclusi alle SDS per la gestione dei rischi.