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Allergeni

Le manifestazioni allergiche sono il risultato di una esagerata reazione del sistema immunitario nei confronti di alcune sostanze estranee all'organismo, gli allergeni.

Il sistema immunitario ha la funzione di difendere l'organismo dalle infezioni di virus, batteri e funghi che altrimenti si replicherebbero fino a esaurire le risorse dell'ospite. Quando un soggetto allergico (atopico) viene a contatto con un allergene, il sistema immunitario identifica l'allergene come un "invasore" e reagisce mediante la produzione di grandi quantità di anticorpi specifici, chiamati immunoglobuline (IgE).

Una volta che il sistema immunitario si è sensibilizzato, i successivi contatti con l'allergene possono indurre risposte avverse di tipo e gravità differente, quali: irritazione delle mucose (occhi, naso, gola, bronchi), starnuti, rinite, eczema, asma e perfino shock anafilattici dalle conseguenze a volte letali.

Gli allergeni possono essere inalati, ingeriti o semplicemente toccati, possono essere di tipo organico e inorganico, naturalmente presenti nell'ambiente o di origine antropica (sostanze chimiche, sostanze vegetali, alimenti, farmaci, metalli, ecc.).

Tanto più è elevata la concentrazione della sostanza allergizzante, la frequenza di esposizione e la durata, tanto più è alto il rischio di sensibilizzazione e di reazioni cliniche importanti.

I più comuni allergeni di natura biologica sono pollini, muffe, insetti, peli e altri derivati animali, acari.

 

I pollini sono le cellule riproduttive maschili che vengono trasportate da vento, insetti e animali per fecondare l'apparato riproduttore femminile di un'altra pianta della stessa specie. Contengono alcune sostanze, dette antigeni, capaci di "sensibilizzare" soggetti geneticamente predisposti. I granuli di polline hanno dimensioni microscopiche, comprese tra 15 e 200 µm.

Le piante di maggiore interesse allergologico sono quelle a impollinazione anemofila, il cui polline può essere trasportato dalle masse d'aria a distanze anche notevoli a seconda delle condizioni meteorologiche. I pollini che più frequentemente sono causa di allergia sono prodotti da Graminacee, Composite (artemisia e ambrosia), Urticacee (parietaria), Betulacee, Oleacee (ulivo), Fagacee, Cupressacee (cipresso, ginepro e tuia).

Poiché i pollini hanno una loro stagionalità secondo la specie di pianta da cui derivano, anche le manifestazioni cliniche si presentano con periodicità stagionale quando la concentrazione dei pollini nell'aria supera una certa soglia. Inoltre, la distribuzione e la concentrazione delle diverse specie polliniche variano con la geografia, la temperatura e il clima, anche con notevoli differenze regionali.

Quando gli antigeni dei pollini raggiungono le mucose dei cosiddetti "organi bersaglio" (occhi, naso e bronchi), possono scatenare una serie di reazioni (congiuntivite, rinite, tosse, dispnea, asma bronchiale).

L'esposizione professionale ai pollini riguarda in particolare alcune attività lavorative effettuate in ambienti esterni (ad esempio agricoltori, guardaparco, forestali, operatori ecologici, ecc.), tuttavia, i pollini possono anche penetrare come inquinanti negli ambienti chiusi o indoor; l'entità dell'esposizione in questo caso è comunque correlata al tipo di ambiente esterno (rurale, industriale, urbano).

L’asma bronchiale causato da pollini viene riconosciuto come malattia professionale in associazione alle lavorazioni agricole (d.p.r. 1124/65 e s.m.i.) implicate nella coltivazione di Oleacee, Graminacee e Composite (prevalentemente cereali, ulivo e girasole).

Le muffe sono funghi pluricellulari caratterizzati dalla presenza di "filamenti" ramificati che conferiscono loro il tipico aspetto "spugnoso" o "lanuginoso". Durante lo sviluppo producono spore, particelle sferiche di piccole dimensioni, che si disperdono nell'aria e costituiscono la parte finale del loro ciclo riproduttivo.

Colonizzano ambienti  umidi dove sono presenti sostanze organiche; si sviluppano facilmente sui muri, sulle sostanze vegetali, sugli alimenti e negli impianti di climatizzazione. Questi ultimi possono divenire serbatoi di contaminazione immettendo negli ambienti condizionati le spore disperse nell'aria climatizzata. I luoghi di lavoro in cui si riscontrano più frequentemente sono: caseifici, cartiere, silos, cantine, magazzini, forni, pastifici, fabbriche di birra, stalle, serre e falegnamerie.

L'inalazione di spore o componenti volatili di funghi filamentosi può provocare induzione di ipersensibilità, tossicità correlata ai prodotti metabolici e vere e proprie manifestazioni allergiche:

  • allergie di tipo I come asma e riniti (allergia di tipo immediato alle spore fungine inalate);
  • allergie di tipo I e III, legate a una ipersensibilità di tipo misto, immediata e semiritardata, come l'aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA);
  • allergie di tipo III come l'alveolite allergica estrinseca (EAA) o la Pneumopatia d'ipersensibilità (HI') (malattia del polmone dell'agricoltore).

Tra le muffe più allergizzanti vanno ricordati i generi Aspergillus, Alternaria, Cladosporium, Penicillium, Fusarium; questi funghi sono presenti sia nell'aria esterna che nell'aria degli ambienti chiusi.

Tra gli artropodi, oltre agli acari anche gli insetti possono essere importanti fonti di allergeni, che possono provocare reazioni allergiche anche gravi.

Imenotteri

Il veleno prodotto da alcuni imenotteri (api, vespe e calabroni) contiene molecole che possono provocare una rapida risposta allergica in soggetti sensibili. I sintomi variano da una lieve reazione locale che tende a guarire spontaneamente, a reazioni più estese che coinvolgono altre parti del corpo (glottide, vie respiratorie, apparato gastrointestinale).

In soggetti precedentemente sensibilizzati, si può addirittura verificare uno shock anafilattico caratterizzato da liberazione di grandi quantità di istamina, caduta della pressione arteriosa, tachicardia, sudorazione, difficoltà respiratorie, gonfiore delle vie aree superiori e collasso circolatorio. In alcuni casi, qualora non si intervenga tempestivamente, l'esito può essere letale.

Le punture degli imenotteri sono episodi piuttosto frequenti tra i lavoratori che operano all'aperto (ad esempio apicoltori, agricoltori, forestali e operai edili). Il soggetto che ha avuto una reazione allergica dopo la puntura di un imenottero, dovrebbe sottoporsi a test cutanei o sierologici per individuare l'insetto il cui veleno ha provocato la reazione e iniziare una terapia immunologica.

Per i soggetti allergici al veleno degli imenotteri dovrebbe essere predisposto un kit di emergenza che includa adrenalina auto-iniettabile, cortisone e antistaminici.

Blatte

Le blatte o scarafaggi sono insetti ad attività prevalentemente notturna che vivono al buio in ambienti caldo umidi; infestano panifici, case e magazzini, provocando gravi danni alla farina e ad altre derrate. In Italia, le specie più comunemente riscontrate negli ambienti indoor sono Blattella germanica, segnalata spesso in ambienti domestici; Periplaneta americana, che privilegia grandi magazzini e depositi di derrate e Blatta orientalis, frequentemente riscontrata in luoghi più freschi, come gli scantinati.

Oltre ad essere un potenziale veicolo di agenti infettivi, possono avere effetti allergizzanti e causare asma bronchiale.

Gli allergeni più comuni sono Bla g 1 e Bla g 2.

Gli allergeni della Blattella germanica sono trasportati nell'aria su particelle maggiori o uguali a 10 μm di diametro e hanno la caratteristica di sedimentare rapidamente sulle superfici.

Gli animali domestici o piccoli mammiferi utilizzati negli stabulari sono importanti fonti di allergeni, associati essenzialmente a peli, forfora, saliva e urine.

Gli animali domestici

Tra gli animali domestici, il gatto induce sensibilizzazione allergica con una frequenza maggiore rispetto al cane. Uno dei più potenti allergeni indoor è infatti l'allergene del gatto (Felis domesticus) Fel d 1, contenuto soprattutto in peli e forfora. Desquamandosi e leccandosi, il gatto è in grado di disseminare un'enorme quantità di allergeni nell'ambiente in cui vive.

L'allergene del gatto è associato a particelle molto piccole (generalmente meno di 5 μm di diametro), permane a lungo nell'ambiente e, attaccandosi ai vestiti, può essere trasportato facilmente dall'ambiente domestico a quello di lavoro. Anche quando il gatto non è più presente nell'ambiente, l'allergene può permanere per 4 o 6 settimane.

Se in un ambiente di lavoro indoor, ad esempio un ufficio, è presente un proprietario di gatto, si possono rilevare elevati livelli di allergeni in grado di provocare crisi asmatiche in eventuali soggetti allergici. Fel d 1 si accumula soprattutto su moquette, tappeti, poltrone in tessuto, letti, ma anche sulle superfici delle pareti domestiche.

Essendo di dimensioni piccolissime, le particelle contenenti Fel d1 sono in grado di penetrare anche nelle vie aeree inferiori, inducendo, nei soggetti sensibilizzati, uno stato di iperreattività bronchiale con asma anche di tipo cronico.

Piccoli roditori

I piccoli roditori usati negli stabulari (porcellini d'India, criceti, topi) possono essere responsabili di allergie che interessano le vie respiratorie, gli occhi, la cute. Nelle forme più gravi si possono verificare asma bronchiale o shock anafilattico.

Gli acari sono piccoli artropodi dalle dimensioni dell'ordine di poche centinaia di μm (200-300 μm), il cui corpo e feci contengono sostanze proteiche dall'effetto allergizzante a carico dell'apparato respiratorio (rinite, asma) e, più raramente, delle mucose (congiuntivite) e della cute (dermatite).

Prediligono ambienti con elevata umidità (tra il 60 e l'80%), temperatura moderata (tra i 15 e i 30°C) e disponibilità di nutrimento (prodotti della desquamazione della pelle, residui di cibo, funghi ecc).

I tipici habitat degli acari sono la polvere domestica (materassi, abiti, piume, tappeti, moquette) e le derrate alimentari.

Generalmente si sviluppano dalla primavera all'autunno ma, nelle case umide e calde, sopravvivono benissimo anche nei mesi più freddi.

Gli acari della polvere sono numerosi nelle abitazioni e negli ambienti indoor in genere (ad esempio scuole, uffici, alberghi), le specie più rappresentate sono: Dermatophagoides pteronynissinus, Dermatophagoides farinae, Glycyphagus domesticus e Euroglyphus maynei.

Gli acari delle derrate sono, invece, più diffusi in ambienti dove sono conservati generi alimentari come per esempio caseifici, silos, magazzini, panifici, forni. Tipici acari delle derrate alimentari sono: Acarus siro, Tyrophagus putrescentiae, Dermatophagoides farinae.

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