L’impiego dei carrelli o di attrezzature munite di ruote è comune in molti settori produttivi e può essere richiesto per il trasporto dei materiali all’interno dei diversi reparti di un’azienda, nelle attività di magazzinaggio e nei reparti di degenza ospedalieri per effettuare il trasporto dei pazienti.
Un improprio impiego di un carrello può comportare concreti rischi di sovraccaricare l’apparato muscolo-scheletrico e, conseguentemente, può aumentare la probabilità di maturare, in un periodo medio-lungo, patologie da sovraccarico biomeccanico.
Lesioni a carico del complesso muscolo-tendineo dell’articolazione scapolo-omerale o a danno delle strutture ossee o fibro-cartilaginee dei dischi intervertebrali, epicondiliti, neuropatie localizzate nell’articolazione del polso, rappresentano l’insieme delle possibili patologie per le quali la causa lavorativa può rivelarsi determinante qualora l’azione di traino (o di spinta) sia eseguita con modalità e mezzi non adeguati a compensare lo sforzo compiuto.
Progettare o riprogettare attività lavorative che comportino attività di traino o di spinta di carrelli significa rendere accettabile lo sforzo esercitato durante le operazioni di movimentazione del materiale e, pertanto, ridurre la fatica per l'operatore. Per tale motivo è importante valutare ed esaminare nel dettaglio tutti gli elementi che concorrono a determinare il sovraccarico biomeccanico. Oltre alle caratteristiche dei carichi movimentati nel corso di una giornata di lavoro, che comunque non rappresentano gli unici fattori in grado di condizionare lo sforzo esercitato, vanno considerate:
- la frequenza delle azioni;
- la forza applicata;
- la tecnica impiegata per la movimentazione (che influenza la postura dei diversi distretti articolari);
- la durata delle operazioni;
- le caratteristiche individuali dell’operatore (età, sesso, abilità, esperienza, ecc.);
- le caratteristiche ambientali in cui viene svolta l’attività lavorativa (microclima, illuminazione, ecc.);
- l’organizzazione del lavoro (distanza da percorrere, caratteristiche del sistema di trasporto, spazio a disposizione, ecc.).
L’entità del carico movimentato, la postura assunta, la durata richiesta dal compito e le caratteristiche dell’ambiente di lavoro condizionano il determinismo del rischio: per tale motivo è necessario approfondire l’analisi di questi fattori al fine di valutare il grado di sicurezza collegato alla movimentazione manuale.