Esistono diverse banche dati per gli agenti cancerogeni e mutageni; in questa sezione se ne illustrano due di particolare rilevanza a livello nazionale
1. Banca dati cancerogeni (Bdc)
La Banca dati cancerogeni (Bdc) è predisposta e aggiornata dal Reparto valutazione del pericolo di sostanze chimiche del Centro nazionale sostanze chimiche dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
La Bdc non classifica i cancerogeni ma presenta, in forma sintetica e integrata, le classificazioni e le valutazioni di cancerogenicità ufficiali formulate da Enti competenti a livello nazionale e internazionale (es. UE, Iarc, Us Epa, Ntp).
Per ogni sostanza selezionata, vengono visualizzati i seguenti dati:
- identificativi (nome chimico, sinonimi, n. Cas, n. CE);
- classificazione di cancerogenicità/mutagenicità secondo l’UE;
- indicazioni di pericolo pertinenti;
- dettaglio delle classificazioni internazionali, ove note;
- provvedimenti normativi (es. rilascio di autorizzazione o imposizione di restrizioni ai sensi del regolamento Reach).
E’ possibile accedere alla Bdc attraverso il link al sito dell’Iss, contenuto nell’Area tematica Agenti chimici pericolosi.
2. Matrice delle esposizioni ad agenti cancerogeni (Matline)
La Matrice delle esposizioni ad agenti cancerogeni (Matline) è una matrice di previsione delle esposizioni lavorative a sostanze e miscele cancerogene, fruibile dal sito del Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (Dors).
Matline prende in considerazione sostanze e miscele classificate cancerogene dall’UE (Categorie 1A e 1B) e/o dalla Iarc (Gruppo 1, Gruppo 2A, Gruppo 2B).
Per ogni sostanza o miscela selezionata, viene visualizzata una scheda stampabile contenente le seguenti informazioni:
- identificativi (formula, nome chimico, sinonimi, n. Cas, n. Einecs);
- classificazione di cancerogenicità UE;
- altre classificazioni di pericolosità (es. mutagenicità);
- indicazioni di pericolo pertinenti;
- classificazione di cancerogenicità Iarc;
- organi bersaglio;
- principali utilizzi conosciuti e tipologia di aziende in cui l’esposizione è più probabile;
- valori limite di soglia, ove noti;
- riferimenti normativi e bibliografici.