Questa sezione intende fornire alcune informazioni finalizzate a una maggiore conoscenza del rischio da esposizione al radon negli ambienti di lavoro. Il radon è un agente di rischio ubiquitariamente diffuso: la sua presenza nei luoghi di lavoro dipende dalla ubicazione degli stessi, dalle caratteristiche dell’edificio (tipologia costruttiva, tipo di attacco a terra, materiali da costruzione impiegati, modalità di ventilazione, ecc. ) ed in alcuni casi ben definiti, dal tipo di attività svolta.
Il radon è la sorgente naturale di radiazioni ionizzanti che fornisce il maggior contributo in termini di esposizione alla popolazione. Gli effetti sanitari associati all’inalazione di radon sono noti da tempo: sin dal 1987 la IARC (International Agency Research on Cancer) ha inserito il radon tra i cancerogeni accertati del gruppo 1, (quelli per cui vi è evidenza di cancerogenicità sull’uomo) di cui fanno parte solo 87 agenti degli 874 presi in esame fino al 2001. Il radon, inoltre, è stato classificato come il secondo agente di rischio – dopo il fumo di tabacco – per il rischio di cancro polmonare.
Il radon indoor è ubiquitariamente diffuso: per tale ragione, per quanto concerne la protezione nei luoghi di lavoro, la normativa vigente in materia di radioprotezione (d.lgs. 101/2020 e s.m.i) ha identificato le situazioni di interesse, fissato un livello di riferimento ed ha definito una serie di adempimenti volti ad ottimizzare la protezione dei lavoratori dall’esposizione al radon indoor.
Nei luoghi di lavoro, analogamente a quanto previsto dalla normativa (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.) per altri agenti di rischio di tipo fisico, chimico o biologico, nelle situazioni occupazionali identificate dalla legge, il primo passaggio consiste nella valutazione del rischio che nel caso del radon, consiste in una misurazione della concentrazione media annua di radon in aria che verrà quindi confrontata con il livello di riferimento previsto dal d.lgs. 101/2020 pari a 300 Bq/m3.
Al fine di garantire l’affidabilità e l’accuratezza delle misurazioni, la legge fornisce indicazioni precise circa i requisiti minimi che i servizi di dosimetria radon (definiti nell’art. 127 del d.lgs. 101/2020) devono possedere per poter effettuare tali misure e indicazioni sulle modalità operative da adottare nella individuazione dei punti di misura, del loro numero in funzione delle dimensioni dei locali, nella scelta del metodo di misura e della strumentazione più idonea, nella durata del campionamento, ecc.
Di norma, per la valutazione dell’esposizione al radon indoor nei luoghi di lavoro, può essere utilizzato un protocollo di misura oramai abbastanza consolidato; in alcuni casi però, laddove il luogo di lavoro possieda caratteristiche molto particolari (come ad esempio parametri microclimatici severi) tale protocollo può non essere idoneo ad una corretta valutazione e potrebbe risultare quindi necessario affiancare alla misura “tradizionale” anche altre valutazioni come ad esempio la stima del fattore di equilibrio.
Riguardo la protezione dal radon, l’introduzione di accorgimenti tecnici sull’edificio (interventi di risanamento), che in alcuni casi possono essere valutati anche prima della costruzione dello stesso, sono un valido strumento in grado di ridurre efficacemente i livelli medi di radon indoor. Un tale approccio permette di ottimizzare la protezione di tutti gli occupanti (lavoratori e membri del pubblico), indipendentemente dalla mansione svolta, dalle modalità organizzative, dal tempo di occupazione, ecc. Nelle situazioni in cui questo approccio non è applicabile, occorre porre attenzione alla protezione individuale, adottando opportune procedure.
Il laboratorio rischio agenti cancerogeni e mutageni, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, da molti anni porta avanti progetti di ricerca, su base nazionale ed internazionale, finalizzati alla messa a punto di metodi di misura e protocolli per la determinazione della concentrazione media integrata di attività di radon in aria e di metodi applicati alle altre matrici (suolo, acqua e materiali da costruzione). Inoltre, il laboratorio partecipa ad indagini in campo volte a caratterizzare il rischio da radon in particolari situazioni lavorative ed a sviluppare approcci metodologici per la riduzione del rischio.