L’acronimo NORM (Naturally Occurring Radioactive Material) identifica quei materiali (intesi come materie prime, sottoprodotti e residui industriali) abitualmente non considerati radioattivi ma che possono contenere elevate concentrazioni di radionuclidi naturali per cui, in specifici contesti industriali, sono considerati di interesse dal punto di vista della radio-protezione dei lavoratori e degli individui della popolazione.
Infatti, alcuni processi industriali richiedono l’utilizzo di materie prime o producono sottoprodotti/residui che possono dar luogo a esposizioni alle radiazioni ionizzanti non trascurabili dal punto di vista della radio-protezione.
In Italia, il riferimento legislativo è il d.lgs. 101/2020 e smi, che nel Titolo IV e nell’Allegato II detta le disposizioni relative alla protezione radiologica per le pratiche che comportano l’uso o lo stoccaggio di NORM e/o la produzione di residui o di effluenti che contengono NORM.
Rientrano nel campo di applicazione della norma una serie di settori industriali, nell’ambito dei quali sono state individuate classi o tipi di pratiche alle quali si applicano le disposizioni previste. Tra i settori sono previsti, tra gli altri, l’industria dello zircone e dello zirconio, la produzione di cemento, la produzione di energia geotermica, la produzione di gas e petrolio (per l’elenco completo si rimanda all’Allegato II Tabella II-1 del d.lgs. 101/2020).
Dal punto di vista radioprotezionistico, i radionuclidi di maggior interesse sono quelli appartenenti alle serie di decadimento di 238U e 232Th e il 40K.
La norma fissa livelli di esenzione e di allontanamento sia in termini di concentrazione di attività dei citati radionuclidi, sia in termini di dose efficace al lavoratore ed all’individuo rappresentativo. L’individuo rappresentativo, che in seguito sarà indicato con il termine “popolazione”, è definito dal decreto come “la persona che riceve una dose rappresentativa di quella degli individui maggiormente esposti nella popolazione”.
Una pratica è considerata esente dalla notifica, e da altri obblighi correlati, quando i valori di dose per i lavoratori e per la popolazione non superano, rispettivamente, 1 mSv/anno e 0,3 mSv/anno.
Il laboratorio rischio agenti cancerogeni e mutageni, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, porta avanti progetti di ricerca, sia nazionali che internazionali, finalizzati alla messa a punto di una metodologia generale per valutare l’impatto radiologico delle matrici con NORM, di metodi di misura per la caratterizzazione radiometrica delle suddette matrici e di modelli per la stima della dose al lavoratore ed ai membri del pubblico.