Michele, 46 anni
Mano protesica
È il primo deejay bionico d'Italia. Lavora, produce musica, tiene conferenze.
Storia del paziente
Ho avuto un incidente con un mezzo agricolo: un guanto è rimasto impigliato e ho subito l'amputazione del braccio sinistro. Sono stato male una settimana, poi ho reagito: allora suonavo il clarinetto e ho imparato a suonare la tromba in si bemolle per farlo con una sola mano. Non sapevo cosa volesse dire disabilità, cosa fosse una protesi, avevo una nuova vita senza risposte: per questo, oggi giro l'Italia per parlare. Subito dopo l'incidente ho voluto allacciarmi le scarpe da solo, con una sola mano: ora sono in attesa che mi certifichino un Guinness World Record perché, con una sola mano, ho infilato un laccio con dieci occhielli, fatto nodo e fiocco.
Ma oggi posso contare su una protesi che è la summa di tutta la tecnologia esistente, realizzata dal Centro Vigorso di Budrio: ho ben quattro impulsi che governano gomito e mano elettrici. L'altro pregio che riconosco a Budrio è fare invasature perfette: io ho un piccolo moncone nel braccio amputato, eppure la protesi scarica sulla spalla e non mi dà fastidio. Sennò una persona non riuscirebbe a tenerla tutto il giorno: la protesi è come una scarpa che indossi sempre e, a Budrio, esprimono l'eccellenza per realizzartela.
Oggi sono il primo deejay bionico al mondo: suono con la protesi, mixo, mi diverto. Sono anche dj producer perché amo la musica e la produco. Lavoro, e sono più bravo di chi ha due mani: l'ho dimostrato sul campo. Mi hanno chiesto, più volte, se rivivrei l'amputazione e l'incidente: e la risposta è sì, perché la vita mi ha dato tanto e oggi sono qui a dirlo, anche sui social dove racconto chi sono.
La mia protesi è tatuata e originalissima: le persone la guardano. Un'occasione per parlare, cosa che faccio nelle scuole, negli ospedali, in tante associazioni in cui sono attivo con mia moglie, che ho conosciuto al Centro Protesi di Budrio e con la quale ho avuto due bambine. A me Budrio ha regalato anche l'amore: questo non posso dimenticarlo.
Rivivrei tutto, anche l'amputazione. Sono stato male una settimana dopo l'incidente, poi ho reagito. Non sapevo cosa volesse dire disabilità, cosa fosse una protesi, avevo una nuova vita senza risposte. Oggi sono il primo deejay bionico al mondo e cerco di parlare a tutti.