Emanuela
Infermiera
Lavora al Centro Protesi Virgorso di Budrio. Il suo lavoro non è solo assistenza, ma anche un'educazione sanitaria e terapeutica.
La storia
Non solo assistenza fisica. Fare l'infermiere vuol dire saper spendere una parola in più, spiegare, dare informazioni e ciò dona stabilità ai pazienti. Noi siamo un team affiatato: siamo in 25 e siamo sempre lo stesso gruppo, da molti anni. Certamente siamo cresciuti con i corsi di formazione, ma, tra noi, ci capiamo al volo.
La differenza quando parli con i pazienti la fa sempre l'esperienza. Quando ti pongono delle domande, sapere che tu hai già visto, qualcuno ha già vissuto quella loro situazione, li tranquillizza.
Il nostro lavoro dipende dal paziente: ci sono persone giovani, che non hanno bisogno di un discorso assistenziale, e soggetti anziani, diabetici o affetti da patologie cui è riservata un'assistenza, sempre personalizzata. Ma essere infermieri qui vuol dire, poi, non fare solo assistenza ma portare avanti un'educazione sanitaria e terapeutica. Sono pazienti spesso usciti da poco dell'ospedale che devono sapere come curare il moncone, ad esempio, come farsi bendaggi funzionali o le medicazioni. Alcuni necessitano informazioni su come spostarsi, anche solo alzarsi dal letto senza farsi male: anche questi sono input importanti. C'è un'educazione alla cura ed è una nostra missione importantissima.
Umanamente ci si riconosce negli altri. Il non sapere è un'incognita e spaventa, ce l'ha insegnato la pandemia. Per questo, la nostra esperienza conta, il raccontare che abbiamo già visto, che qualcuno ci è già passato. Parliamo chiaramente, ha un peso diverso e aiuta di più.