Storie
“Non solo pazienti. Anche i ricercatori e gli operatori sanitari raccontano la loro esperienza e come vivono il cammino che nei Centri protesi e di riabilitazione motoria viene intrapreso ogni giorno."
Al Centro Protesi Vigorso di Budrio sono stato ricoverato due settimane: mi hanno messo un ginocchio elettronico, ho imparato a usarlo, ho pulito il passo, fatto prove di corsa. Bisogna affidarsi ai tecnici: così si applica la loro esperienza di anni.
Giorgio
Ginocchio elettronico
L'impatto con una protesi artificiale c'è sempre, ma io ho imparato a non rimpiangere nulla. Ho cambiato varie protesi nella mia vita che è eccellente lo stesso.
Silvia
Protesi estetica
Rivivrei tutto, anche l'amputazione. Sono stato male una settimana dopo l'incidente, poi ho reagito. Non sapevo cosa volesse dire disabilità, cosa fosse una protesi, avevo una nuova vita senza risposte. Oggi sono il primo deejay bionico al mondo e cerco di parlare a tutti.
Michele
Mano protesica
Si va avanti. Sempre. Io ho subito una doppia amputazione, in un arto sopra il ginocchio, in un arto sotto. Già l'anno dopo ero al Centro Vigorso di Budrio: in un mese sono tornata a camminare. La mia vita è tornata a correre: ho anche avuto due bambine e in sala parto avevo le protesi, ovviamente.
Daniela
Protesi bilaterale
Quando lavori sul paziente e ci lavori bene, e questo centro ce lo permette, i risultati arrivano. Vedi persone che hanno ripreso la loro vita in mano. Dopo tutti questi anni posso dire che le soddisfazioni sono molte più delle frustrazioni.
Elena
Coordinatrice fisioterapica
C'è un lavoro diretto, ma anche una progettazione sociale coordinata. Lavoriamo per creare le condizioni ottimali per il benessere della persona e per il suo rientro a casa. La degenza è temporanea, noi dobbiamo pensare al futuro.
Ilaria
Assistente sociale
Noi abbiamo una grande fortuna: siamo quelli che vedono il sorriso quando un paziente torna in piedi, cammina o ritorna a fare le attività precedenti. Quando i pazienti sono ricoverati qui vivono una full immersion, con attività riabilitative mattina e pomeriggio, un lavoro di squadra tra fisioterapista e tecnico ortopedico.
Giovanni
Tecnico ortopedico
Umanamente ci si riconosce negli altri. Il non sapere è un'incognita e spaventa, ce l'ha insegnato la pandemia. Per questo, la nostra esperienza conta, il raccontare che abbiamo già visto, che qualcuno ci è già passato. Parliamo chiaramente, ha un peso diverso e aiuta di più.
Emanuela
Infermiera
E' una gioia e un onore fare questo lavoro. Chi arriva ha un forte carico emotivo, sono persone che soffrono un trauma, una perdita di loro stessi. L'operatore deve anche saper aspettare: a volte si sta in silenzio, a volte si ascolta, a volte si parla. A volte serve un sorriso.
Paola
Receptionist
Molti credono che debba essere io quella forte, si immaginano il mio lavoro difficile. In realtà, le persone forti sono quelle che incontro e conosco ogni giorno e ciò che posso fare è avvicinarmi alle loro esigenze reali. Così miglioro anche come professionista.
Arianna
Fisioterapista
Il nostro è un lavoro di assistenza, educazione ma anche prevenzione delle complicanze. La storia che più mi è rimasta nel cuore è quella di un ragazzo giovane, che ha subito l'amputazione di tutti e quattro gli arti: ha dimostrato una forza di volontà incredibile. Un esempio di vita.
Elena
Infermiera