16/11/2021
Gli Stati generali della salute e sicurezza sul lavoro nel segno della prevenzione partecipata
Con la conferenza stampa che si è svolta presso la direzione generale dell’Inail ha preso il via il percorso di avvicinamento alla prima edizione del Festival internazionale in programma a Urbino la prossima primavera, promosso dalla Fondazione Rubes Triva e dall’Osservatorio Olympus

ROMA - La battaglia contro le morti sul lavoro si vince tutti insieme: lavoratori, datori di lavoro, aziende, associazioni, sindacati e istituzioni. È questo il messaggio che ha fatto da filo conduttore alla conferenza stampa che si è svolta ieri a Roma presso l’Auditorium della Direzione generale Inail, prima tappa della marcia di avvicinamento agli Stati generali sulla prevenzione partecipata in programma al Palazzo Ducale di Urbino dal 4 al 6 maggio 2022. A promuoverli sono la Fondazione Rubes Triva, ente bilaterale paritetico per la formazione dei lavoratori, e l’Università degli Studi di Urbino, attraverso l’Osservatorio Olympus per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro. “L’idea – ha spiegato in apertura Filippo Gaudenzi, vicedirettore del Tg1 e membro del Comitato tecnico scientifico della manifestazione – è di lanciare una grande campagna per fare in modo che tutti possano partecipare alla sfida della prevenzione”.
Bettoni: “Serve un impegno concreto da parte di tutti”. “Quella della prevenzione partecipata è una sfida che l’Inail accetta con entusiasmo e convinzione – ha assicurato nel suo intervento il presidente dell’Istituto, Franco Bettoni – perché solo con un impegno concreto e condiviso tra tutti gli attori e le parti sociali è possibile diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro, indispensabile per combattere il doloroso fenomeno delle morti sul lavoro e delle malattie professionali”. Bettoni ha riassunto anche i dati più recenti relativi all’andamento infortunistico e tecnopatico: nei primi nove mesi del 2021, gli incidenti sul lavoro denunciati all’Inail sono stati circa 396mila, in aumento dell’8,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e 910 quelli con esito mortale, mentre le malattie professionali segnalate all’Istituto sono state 40.470, con un incremento del 27,7% rispetto al 2020, fortemente influenzato dall’emergenza Coronavirus.
“Anche il ruolo dell’informazione è importante”. “Alla luce di queste fredde statistiche, dobbiamo riflettere e agire insieme per individuare azioni di prevenzione idonee e specifiche e far sì che la formazione venga percepita come un percorso educativo”, ha aggiunto il presidente dell’Inail, per il quale “importante è anche il ruolo dell’informazione per un’efficace sensibilizzazione verso questi temi”. Bettoni ha inoltre ricordato “la proficua e pluriennale collaborazione” che lega l’Istituto alla Fondazione Rubes Triva, “in virtù degli obiettivi comuni”. Attraverso la Direzione centrale prevenzione, in particolare, l’Inail è rappresentato nel Comitato tecnico scientifico del Festival, che rientra tra gli eventi della campagna 2020-2022 dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), di cui l’Istituto è focal point per l’Italia.
Giordano: “I costi degli incidenti superano il 2,5% del Pil”. Per Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), “i numeri sono molto significativi ma non descrivono mai l’enormità della tragedia umana che c’è dietro anche un solo incidente sul lavoro. Quando contiamo mille morti sul lavoro le vittime sono molte migliaia di più, perché ogni incidente stravolge anche la vita dei loro familiari”. La stessa azienda in cui avviene l’incidente e l’intero contesto sociale ne subiscono le conseguenze perché “ci sono costi amministrativi, assicurativi, previdenziali, sanitari, legali, processuali e giudiziari, che nel nostro Paese superano complessivamente il 2,5% del Pil”. Di qui la necessità da parte dello Stato di “fornire risposte che riguardano la capacità di fare prevenzione”. In questo senso, ha proseguito Giordano, “l’iniziativa del prossimo maggio è utile perché offre una panoramica ampia e complessiva”, partendo dall’assunto che “tutti, dalle aziende ai lavoratori, devono fare prevenzione”.
Riverso: “In Italia non abbiamo un problema di regole, ma di rispetto delle regole”. Richiamando le recenti parole del Capo dello Stato sui rischi legati alla precarietà, Roberto Riverso, consigliere giuridico del ministro del Lavoro, ha spiegato che “i diritti del lavoro influiscono profondamente sugli incidenti. Se una persona non ha diritti e non è rispettata nel tempo, nel luogo e nella sua professionalità, infatti, rischia di più perché ha anche meno possibilità di autoproteggersi. Chi ha diritti, invece, è meno ricattabile e meno propenso a lavorare a qualsiasi condizione”. Per Riverso, inoltre, “in Italia non abbiamo un problema di regole, ma di rispetto delle regole che riguardano la sicurezza sul lavoro. Conscio di questa necessità, il governo si è mosso con l’obiettivo di implementare l’efficacia dell’apparato legale, potenziando l’azione ispettiva dell’Inl”.
“Procedere sulla strada dell’universalizzazione delle tutele”. Per il consigliere giuridico del ministro Orlando, un altro ambito su cui è opportuno puntare “è quello della formazione dei lavoratori e delle stesse imprese”, procedendo anche “sulla strada dell’universalizzazione delle tutele assicurative”. Sul tema si era già espresso in apertura anche il presidente dell’Inail, che ha ribadito “l’importanza di tutelare gli oltre quattro milioni di lavoratori che non sono assicurati con l’Istituto e non possono quindi accedere a rendite e indennizzi in caso di infortunio”. La platea Inail, riferita ai soli lavoratori assicurati, ha evidenziato Bettoni, “non comprende nemmeno categorie particolarmente esposte al rischio di contagio da Covid-19”, come quelle dei medici di famiglia, dei medici liberi professionisti e dei farmacisti.
Con Sgi Europe una finestra sul futuro del continente. Per allargare lo sguardo oltre i confini nazionali, la conferenza stampa ha coinvolto anche Valeria Ronzitti, segretaria generale di Sgi Europe, partner sociale intersettoriale riconosciuto dalle istituzioni europee, che rappresenta imprese fornitrici di servizi di interesse generale. “Nell’ambito della manifestazione di maggio – ha spiegato Ronzitti – ci occuperemo di una sessione introduttiva che sarà dedicata alla Conferenza sul futuro dell’Europa, articolata in una serie di consultazioni in tutto il continente tra lo scorso maggio e la primavera 2022 con l’obiettivo di raccogliere idee e proposte per la riforma dell’Ue, che possono riguardare anche la salute e sicurezza sul lavoro. Troppo spesso, infatti, si tende a dimenticare che molte delle questioni di cui discutiamo a livello nazionale provengono proprio dall’Europa”.
Il 3 febbraio un webinar per presentare spunti e proposte condivise online. Come illustrato da Paolo Pascucci, presidente del Comitato tecnico scientifico degli Stati generali di Urbino, il percorso di avvicinamento alle tre giornate di maggio sarà caratterizzato dalla possibilità di condividere spunti e proposte sulla piattaforma online “Costruiamo assieme la prevenzione”. Le considerazioni inviate saranno raccolte, presentate e discusse in un webinar in programma il 3 febbraio 2022 al quale è già possibile iscriversi e contribuiranno alla costruzione di un percorso condiviso il cui approdo sarà la prima edizione del Festival della salute e sicurezza sul lavoro, dove il tema della prevenzione partecipata sarà affrontato in tavole rotonde con rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle parti sociali, articolate in quattro sessioni dedicate alla regolarità del lavoro e alla tutela della salute e sicurezza, ai nuovi rischi e all’evoluzione organizzativa, alla formazione per la salute e sicurezza e alle possibili riforme.
In maggio previsto anche il varo della Scuola di alta formazione. Per rendere operativi gli auspici di una sicurezza partecipata l’evento di maggio, oltre a essere il punto di arrivo di questo cammino condiviso, coinciderà anche con la partenza della Scuola di alta formazione in salute e sicurezza sul lavoro della Fondazione Rubes Triva, un percorso biennale della durata complessiva di 100 ore, articolato in corsi, seminari e webinar e rivolto a tutte le figure della sicurezza. “Questo innovativo progetto di formazione partecipata, che abbiamo sviluppato in collaborazione con l’Osservatorio Olympus – ha spiegato il direttore della Fondazione, Giuseppe Mulazzi – si caratterizza per il concetto di partecipazione dei lavoratori e risponde alla necessità di migliorare la qualità della formazione in materia di salute e sicurezza, andando oltre il dettato normativo”.
A Palazzo Ducale la mostra fotografica dell’Eu-Osha. In occasione della prima edizione del Festival, al Palazzo Ducale di Urbino sarà anche esposta in via eccezionale la mostra che raccoglie i migliori scatti realizzati per il secondo concorso fotografico paneuropeo organizzato dall’Eu-Osha, inaugurata in Italia presso la direzione generale Inail e attualmente ospitata in modo permanente presso la sede dell’Istituto di Venezia Mestre. Le immagini inviate da fotografi professionisti e amatoriali si focalizzano in particolare sul tema della prevenzione dei rischi, con l’obiettivo di evidenziare come la collaborazione fra datori di lavoro e lavoratori possa contribuire a prevenire infortuni e malattie professionali.
Bettoni: “Serve un impegno concreto da parte di tutti”. “Quella della prevenzione partecipata è una sfida che l’Inail accetta con entusiasmo e convinzione – ha assicurato nel suo intervento il presidente dell’Istituto, Franco Bettoni – perché solo con un impegno concreto e condiviso tra tutti gli attori e le parti sociali è possibile diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro, indispensabile per combattere il doloroso fenomeno delle morti sul lavoro e delle malattie professionali”. Bettoni ha riassunto anche i dati più recenti relativi all’andamento infortunistico e tecnopatico: nei primi nove mesi del 2021, gli incidenti sul lavoro denunciati all’Inail sono stati circa 396mila, in aumento dell’8,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e 910 quelli con esito mortale, mentre le malattie professionali segnalate all’Istituto sono state 40.470, con un incremento del 27,7% rispetto al 2020, fortemente influenzato dall’emergenza Coronavirus.
“Anche il ruolo dell’informazione è importante”. “Alla luce di queste fredde statistiche, dobbiamo riflettere e agire insieme per individuare azioni di prevenzione idonee e specifiche e far sì che la formazione venga percepita come un percorso educativo”, ha aggiunto il presidente dell’Inail, per il quale “importante è anche il ruolo dell’informazione per un’efficace sensibilizzazione verso questi temi”. Bettoni ha inoltre ricordato “la proficua e pluriennale collaborazione” che lega l’Istituto alla Fondazione Rubes Triva, “in virtù degli obiettivi comuni”. Attraverso la Direzione centrale prevenzione, in particolare, l’Inail è rappresentato nel Comitato tecnico scientifico del Festival, che rientra tra gli eventi della campagna 2020-2022 dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), di cui l’Istituto è focal point per l’Italia.
Giordano: “I costi degli incidenti superano il 2,5% del Pil”. Per Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), “i numeri sono molto significativi ma non descrivono mai l’enormità della tragedia umana che c’è dietro anche un solo incidente sul lavoro. Quando contiamo mille morti sul lavoro le vittime sono molte migliaia di più, perché ogni incidente stravolge anche la vita dei loro familiari”. La stessa azienda in cui avviene l’incidente e l’intero contesto sociale ne subiscono le conseguenze perché “ci sono costi amministrativi, assicurativi, previdenziali, sanitari, legali, processuali e giudiziari, che nel nostro Paese superano complessivamente il 2,5% del Pil”. Di qui la necessità da parte dello Stato di “fornire risposte che riguardano la capacità di fare prevenzione”. In questo senso, ha proseguito Giordano, “l’iniziativa del prossimo maggio è utile perché offre una panoramica ampia e complessiva”, partendo dall’assunto che “tutti, dalle aziende ai lavoratori, devono fare prevenzione”.
Riverso: “In Italia non abbiamo un problema di regole, ma di rispetto delle regole”. Richiamando le recenti parole del Capo dello Stato sui rischi legati alla precarietà, Roberto Riverso, consigliere giuridico del ministro del Lavoro, ha spiegato che “i diritti del lavoro influiscono profondamente sugli incidenti. Se una persona non ha diritti e non è rispettata nel tempo, nel luogo e nella sua professionalità, infatti, rischia di più perché ha anche meno possibilità di autoproteggersi. Chi ha diritti, invece, è meno ricattabile e meno propenso a lavorare a qualsiasi condizione”. Per Riverso, inoltre, “in Italia non abbiamo un problema di regole, ma di rispetto delle regole che riguardano la sicurezza sul lavoro. Conscio di questa necessità, il governo si è mosso con l’obiettivo di implementare l’efficacia dell’apparato legale, potenziando l’azione ispettiva dell’Inl”.
“Procedere sulla strada dell’universalizzazione delle tutele”. Per il consigliere giuridico del ministro Orlando, un altro ambito su cui è opportuno puntare “è quello della formazione dei lavoratori e delle stesse imprese”, procedendo anche “sulla strada dell’universalizzazione delle tutele assicurative”. Sul tema si era già espresso in apertura anche il presidente dell’Inail, che ha ribadito “l’importanza di tutelare gli oltre quattro milioni di lavoratori che non sono assicurati con l’Istituto e non possono quindi accedere a rendite e indennizzi in caso di infortunio”. La platea Inail, riferita ai soli lavoratori assicurati, ha evidenziato Bettoni, “non comprende nemmeno categorie particolarmente esposte al rischio di contagio da Covid-19”, come quelle dei medici di famiglia, dei medici liberi professionisti e dei farmacisti.
Con Sgi Europe una finestra sul futuro del continente. Per allargare lo sguardo oltre i confini nazionali, la conferenza stampa ha coinvolto anche Valeria Ronzitti, segretaria generale di Sgi Europe, partner sociale intersettoriale riconosciuto dalle istituzioni europee, che rappresenta imprese fornitrici di servizi di interesse generale. “Nell’ambito della manifestazione di maggio – ha spiegato Ronzitti – ci occuperemo di una sessione introduttiva che sarà dedicata alla Conferenza sul futuro dell’Europa, articolata in una serie di consultazioni in tutto il continente tra lo scorso maggio e la primavera 2022 con l’obiettivo di raccogliere idee e proposte per la riforma dell’Ue, che possono riguardare anche la salute e sicurezza sul lavoro. Troppo spesso, infatti, si tende a dimenticare che molte delle questioni di cui discutiamo a livello nazionale provengono proprio dall’Europa”.
Il 3 febbraio un webinar per presentare spunti e proposte condivise online. Come illustrato da Paolo Pascucci, presidente del Comitato tecnico scientifico degli Stati generali di Urbino, il percorso di avvicinamento alle tre giornate di maggio sarà caratterizzato dalla possibilità di condividere spunti e proposte sulla piattaforma online “Costruiamo assieme la prevenzione”. Le considerazioni inviate saranno raccolte, presentate e discusse in un webinar in programma il 3 febbraio 2022 al quale è già possibile iscriversi e contribuiranno alla costruzione di un percorso condiviso il cui approdo sarà la prima edizione del Festival della salute e sicurezza sul lavoro, dove il tema della prevenzione partecipata sarà affrontato in tavole rotonde con rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle parti sociali, articolate in quattro sessioni dedicate alla regolarità del lavoro e alla tutela della salute e sicurezza, ai nuovi rischi e all’evoluzione organizzativa, alla formazione per la salute e sicurezza e alle possibili riforme.
In maggio previsto anche il varo della Scuola di alta formazione. Per rendere operativi gli auspici di una sicurezza partecipata l’evento di maggio, oltre a essere il punto di arrivo di questo cammino condiviso, coinciderà anche con la partenza della Scuola di alta formazione in salute e sicurezza sul lavoro della Fondazione Rubes Triva, un percorso biennale della durata complessiva di 100 ore, articolato in corsi, seminari e webinar e rivolto a tutte le figure della sicurezza. “Questo innovativo progetto di formazione partecipata, che abbiamo sviluppato in collaborazione con l’Osservatorio Olympus – ha spiegato il direttore della Fondazione, Giuseppe Mulazzi – si caratterizza per il concetto di partecipazione dei lavoratori e risponde alla necessità di migliorare la qualità della formazione in materia di salute e sicurezza, andando oltre il dettato normativo”.
A Palazzo Ducale la mostra fotografica dell’Eu-Osha. In occasione della prima edizione del Festival, al Palazzo Ducale di Urbino sarà anche esposta in via eccezionale la mostra che raccoglie i migliori scatti realizzati per il secondo concorso fotografico paneuropeo organizzato dall’Eu-Osha, inaugurata in Italia presso la direzione generale Inail e attualmente ospitata in modo permanente presso la sede dell’Istituto di Venezia Mestre. Le immagini inviate da fotografi professionisti e amatoriali si focalizzano in particolare sul tema della prevenzione dei rischi, con l’obiettivo di evidenziare come la collaborazione fra datori di lavoro e lavoratori possa contribuire a prevenire infortuni e malattie professionali.