INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

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Rischio da agente cancerogeno amianto: esposizione, bonifica, gestione dei rifiuti

Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche dell’Inail ha in essere specifiche ricerche dedicate all’agente cancerogeno amianto.

In particolare, si occupa di tutti gli aspetti di tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita correlati ad esposizioni all’agente cancerogeno amianto nonché della tutela delle matrici ambientali (aria, acqua e suolo). Tra i principali temi trattati vi sono:

  1. Rilevazione, studio e mappatura di situazioni di rischio di origine antropica e naturale, anche mediante l’ausilio dei laboratori Inail DIT fissi e mobili per l’analisi delle matrici ambientali e l’utilizzo di tecniche di telerilevamento con sensoristica multibanda.
  2. Elaborazione di specifiche Linee Guida/Istruzioni operative in merito alle più idonee procedure lavorative da adottare nelle attività di Messa In Sicurezza d’Emergenza (MISE), caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale di siti contaminati.
  3. Individuazione e mappatura degli impianti di deposito preliminare o definitivo di Rifiuti Contenenti Amianto (RCA) a scala nazionale ai fini della redazione di procedure di sicurezza specifiche per i lavoratori impegnati in tali impianti e della tutela degli ambienti di vita limitrofi.
  4. Studio a scala internazionale delle più avanzate procedure di inertizzazione dell’amianto.
  5. Supporto al Legislatore, ai Ministeri ed agli Organi di Vigilanza e Controllo per il rispetto della Legislazione di settore vigente e per l’emanazione di nuovi Atti normativi.
  6. Attività di formazione, informazione per i lavoratori addetti al settore e per i vari Organi tecnici delle P.A.

allegati

Mappatura dei siti contaminati da amianto

L’Italia è stata fino agli anni ’90 tra i maggiori paesi mondiali produttori di amianto grezzo in fibra e di Materiali Contenenti Amianto (MCA).

La maggior parte del prodotto grezzo utilizzato in Italia è stata estratta presso il sito di Balangero (TO), che ha rappresentato la più grande miniera di amianto d’Europa. L’amianto in Italia è stato coltivato, oltre che a Balangero, anche presso le cave di Emarese in Valle d’Aosta e nella Val Malenco, ove è stato ampiamente estratto in passato il crisotilo a fibra lunga, molto ricercato dall’industria tessile.

Le caratteristiche tecniche di tale sostanza, unitamente ad un costo contenuto, hanno portato alla lavorazione e produzione di oltre 3.000 tipologie di manufatti contenenti amianto con ampia diffusione su tutto il territorio nazionale. La percentuale di amianto contenuta in tali prodotti varia tra il 10-98% in peso.

In un’ottica di prevenzione e protezione dai rischi di esposizione all’agente cancerogeno amianto si è reso indispensabile provvedere all’individuazione delle sorgenti di rischio tramite confronto tra studi epidemiologici ed indagini ambientali. In tale contesto il contributo della Ricerca avviata dal Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici in materia da oltre vent’anni ha evidenziato l’ampiezza della problematica, stimolando presso gli Organi legislativi l’emanazione di opportuni atti normativi, tra cui la Mappatura dell’amianto sul territorio nazionale (art. 20 Legge n. 93/2001). Come previsto dal relativo Decreto applicativo, D.M. n.101/2003, tutte le Regioni e Province Autonome devono trasmettere annualmente entro il 30 Giugno al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) “i risultati della mappatura, i dati analitici relativi agli interventi da effettuare e le relative priorità, nonché i dati relativi agli interventi effettuati”.

Il MATTM provvede a organizzare i dati trasmessi annualmente dalle Regioni per pianificare gli interventi di bonifica urgenti mediante un sistema informatico territoriale (SIT) che consente di gestirne i dati a livello nazionale. Poiché sono state riscontrate significative criticità applicative nell’applicazione da parte delle Regioni di tale norma, il DIT ha, inoltre, supportato il MATTM nella gestione delle informazioni predisponendo apposite Linee Guida per la Mappatura e realizzando uno specifico Sistema Informativo Territoriale dedicato, per la visualizzazione ed interrogazione “user-frendly” della banca dati nazionale, che ha portato nel tempo a mappare oltre 36.000 siti contaminati. Il Dipartimento ha inoltre condotto un attento studio sulla banca dati realizzata, individuando e segnalando al MATTM i siti a priorità di intervento.  Attualmente la gestione dei dati della Mappatura è in carico al MATTM.

Il contribuito INAIL in materia è concentrato sulle migliori tecnologie di rilevamento che accelerino il completamento della Mappatura a scala nazionale.

Ultimo aggiornamento: 11/08/2017