Tutte le attività lavorative, ed in particolare quelle che si svolgono nei cantieri temporanei o mobili, devono essere eseguite in condizioni di sicurezza rispettando le misure generali di tutela previste dall’art.15 del DLgs 81/08; esse iniziano dalla valutazione dei rischi e terminano con la manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti e dispositivi di sicurezza.
Nella maggior parte dei casi tuttavia non si riesce ad eliminare i pericoli e/o a ridurre i rischi a livello accettabile; questa circostanza impone di individuare ed adottare misure tecnico-organizzative, mezzi e dispositivi di protezione collettiva. Se, a seguito della loro applicazione il rischio è stato ridotto a livello accettabile, l’attività può cominciare, altrimenti si deve far ricorso ai dispositivi di protezione individuale.
In questo settore, più che ai dispositivi, è più opportuno fare riferimento ai sistemi. I sistemi di protezione normalmente utilizzati nei cantieri temporanei o mobili sono i parapetti provvisori, le reti di sicurezza ed i DPI contro le cadute dall’alto.
Su tali sistemi il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti prodotti e insediamenti antropici effettua attività di ricerca e di sviluppo normativo al fine di migliorarne le caratteristiche intrinseche e quelle relative alla sicurezza durante l’uso.
Ancoraggi e sistemi di protezione individuale dalle cadute
Assorbimento energia sistemi di arresto caduta
L’esecuzione in sicurezza dei lavori in quota è subordinata all’impiego di dispositivi di protezione collettiva; qualora ciò non sia possibile é necessario che i lavoratori utilizzino idonei DPI: i sistemi individuali per la protezione contro le cadute. Fra questi, i sistemi di arresto caduta devono permettere di arrestare la eventuale caduta del lavoratore, limitando la forza d’urto che agirebbe sul corpo del lavoratore.
L’elemento principale che assolve a tale funzione è l’assorbitore di energia, oggetto della norma UNI EN 355, nella quale vengono stabilite le caratteristiche prestazionali dello stesso prendendo in considerazione una massa di prova pari a 100 kg, che simula il peso di un lavoratore. Ciò pone un importante problema di sicurezza, relativo al corretto comportamento dell’assorbitore al variare del peso dei lavoratori, che può essere maggiore o minore dei 100 kg.
La norma UNI EN 355:2003 prevede l’esecuzione di un test di verifica delle prestazioni dinamiche in cui viene fatto cadere un torso di prova con massa pari a 100 kg, da un’altezza di 4 metri. La forza di arresto massima deve risultare inferiore a 6 kN. Nulla viene richiesto per quanto concerne i valori di decelerazione.
Ricerche effettuate dal Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti e Insediamenti Antropici su tali dispositivi prodotti da due fabbricanti hanno evidenziato che, al variare della massa di prova tra i 60 kg e i 120 kg, gli assorbitori, pur rispettando i requisiti della norma, determinano valori di decelerazione che aumentano man mano che diminuisce il peso della massa di prova, mostrando valori superiori a quelli considerati tollerabili (6 g), per masse di 60 kg.
Risulta così che sono i light workers, ovvero i lavoratori che pesano meno di 100 kg, i soggetti sottoposti a decelerazioni maggiori di 6 g, quando utilizzano sistemi di arresto caduta che impiegano gli assorbitori UNI EN 355:2003.
L’attività di ricerca si propone di consolidare i dati acquisiti attraverso ulteriori sperimentazioni e di effettuare dei test su assorbitori di energia UNI EN 355:2003 di più fabbricanti, oltre che di fornire indicazioni sulla necessità di progettare e fabbricare assorbitori di energia per range di peso del lavoratore, stabilendo un numero minimo di classi.
L’elemento principale che assolve a tale funzione è l’assorbitore di energia, oggetto della norma UNI EN 355, nella quale vengono stabilite le caratteristiche prestazionali dello stesso prendendo in considerazione una massa di prova pari a 100 kg, che simula il peso di un lavoratore. Ciò pone un importante problema di sicurezza, relativo al corretto comportamento dell’assorbitore al variare del peso dei lavoratori, che può essere maggiore o minore dei 100 kg.
La norma UNI EN 355:2003 prevede l’esecuzione di un test di verifica delle prestazioni dinamiche in cui viene fatto cadere un torso di prova con massa pari a 100 kg, da un’altezza di 4 metri. La forza di arresto massima deve risultare inferiore a 6 kN. Nulla viene richiesto per quanto concerne i valori di decelerazione.
Ricerche effettuate dal Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti e Insediamenti Antropici su tali dispositivi prodotti da due fabbricanti hanno evidenziato che, al variare della massa di prova tra i 60 kg e i 120 kg, gli assorbitori, pur rispettando i requisiti della norma, determinano valori di decelerazione che aumentano man mano che diminuisce il peso della massa di prova, mostrando valori superiori a quelli considerati tollerabili (6 g), per masse di 60 kg.
Risulta così che sono i light workers, ovvero i lavoratori che pesano meno di 100 kg, i soggetti sottoposti a decelerazioni maggiori di 6 g, quando utilizzano sistemi di arresto caduta che impiegano gli assorbitori UNI EN 355:2003.
L’attività di ricerca si propone di consolidare i dati acquisiti attraverso ulteriori sperimentazioni e di effettuare dei test su assorbitori di energia UNI EN 355:2003 di più fabbricanti, oltre che di fornire indicazioni sulla necessità di progettare e fabbricare assorbitori di energia per range di peso del lavoratore, stabilendo un numero minimo di classi.
Ultimo aggiornamento: 26/07/2019