INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

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Ogm, impianti industriali biotech e fitosanitari

Lo sfruttamento delle fonti rinnovabili negli ultimi anni è cresciuto e l’impulso che viene dato all’industria dai processi biotecnologici costituisce un elemento di innovazione non solo nella catena industriale, nel panorama della protezione dell’ambiente, ma anche nella gestione della sicurezza delle diverse operazioni processuali.

Le biotecnologie industriali forniscono un contributo fondamentale nel settore energetico ed in quello della chimica fine, permettendo di ottenere prodotti ad alto valore aggiunto a partire da risorse rinnovabili come le biomasse. Queste applicazioni condividono un fondamento scientifico e tecnologico comune: da materiali rinnovabili o di scarto come materia prima, utilizzando microrganismi, anche geneticamente modificati, e/o singoli componenti cellulari, come gli enzimi, permettono di ottenere prodotti in modo sostenibile (processi di bioraffineria).  Attraverso il biotech i processi chimici convenzionali subiscono una profonda trasformazione risolvendo molte delle problematiche di pubblico interesse, con un costo inferiore a quello dei processi convenzionali.

Considerato il contributo che verrà dato dai processi biotech ed il quadro normativo che si sta sviluppando a supporto di tali applicazioni, deve essere avviato lo studio della sicurezza di questi processi industriali.

Per quanto riguarda, invece, i prodotti fitosanitari, l’attività di ricerca è incentrata sulla produzione e la sperimentazione di estratti naturali (acquosi ed idroalcolici) di piante biocide e/o biostatiche, in alternativa ai prodotti di sintesi (pesticidi e fertilizzanti), al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori impiegati nei settori di pertinenza e mitigare il rischio chimico occupazionale, nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro, (D.Lgs. n. 81/08 s.m.i.; Regolamento REACH 1907/2006; Regolamento CLP 1272/2008) e della Direttiva 2009/128/CE, recepita in Italia dal Decreto Legislativo 14 agosto 2012, n. 150, che propone l’utilizzo ecosostenibile di pesticidi e fertilizzanti e la riduzione dei rischi occupazionali e del loro impatto sulla salute umana e sull'ambiente, promuovendo forme di agricoltura integrata e l’impiego di tecniche agricole e agroalimentari e prodotti fitosanitari alternativi.

Salute e sicurezza delle biotecnologie industriali

Salute e sicurezza delle biotecnologie industriali nel settore della economia circolare per la produzione di prodotti bio-based.

Le biotecnologie industriali forniscono un contributo fondamentale nel settore energetico ed in quello della chimica fine, permettendo di ottenere prodotti ad alto valore aggiunto a partire da risorse rinnovabili come le biomasse. Queste applicazioni condividono un fondamento scientifico e tecnologico comune: da materiali rinnovabili o di scarto come materia prima, utilizzando microrganismi, anche geneticamente modificati, e/o singoli componenti cellulari, come gli enzimi, è possibile ottenere prodotti in modo sostenibile attraverso i processi di bioraffineria.

Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici svolge da anni attività di ricerca sulla tematica della sicurezza delle biotecnologie industriali nell’ottica di rafforzare il principio che lo studio della sicurezza deve essere inserito a monte dello sviluppo industriale, fin dal progetto di ricerca stesso. Vanno identificati i pericoli e valutati i rischi per la salute e sicurezza connessi alle materie prime impiegate nei bioprocessi (materiali organici complessi, quali i residui agroindustriali), alle sostanze prodotte (ad esempio biofuel) ed ai chemicals utilizzati nel ciclo produttivo. Pericoli questi che vanno dal biohazard a quelli di natura esplosiva, per le caratteristiche di alcuni dei prodotti in fase di produzione e/o stoccaggio (biogas, bioetanolo, polveri organiche).

Il Dipartimento ha sviluppato il Progetto “Biotecnologie per lo sviluppo sostenibile: applicazioni e sicurezza” finanziato dal Ministero della salute nell’ambito del Programma del “Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie” (CCM) che, dalla sua nascita ad oggi, si è sempre più orientato su un approccio globale ai temi della prevenzione delle malattie e della tutela della salute, nell’ambito della strategia che vede la “prevenzione come cultura”, così come stabilisce il Piano Nazionale Prevenzione. L’attività progettuale ha portato allo sviluppo di modelli di approccio alla valutazione e gestione della sicurezza delle bioraffinerie a partire da specifici casi-studio attraverso l’analisi di alcuni processi industriali esistenti in Italia per la produzione di bioplastiche da amido di mais, per la produzione fermentativa di bioetanolo da paglie agricole, per la produzione di biogas da effluenti zootecnici ed insilati.

La prospettiva dell'economia circolare rappresenta senz’altro una grande opportunità per il nostro Paese in termini di sviluppo occupazionale ed economico e per la risoluzione di annosi problemi come quello della gestione dei rifiuti. Valutare con un approccio proattivo la salute e sicurezza occupazionale nella progettazione di nuovi processi industriali permette di ridurre i rischi espositivi dei lavoratori andando ad identificare le soluzioni migliori per contenere al massimo le esposizioni dei lavoratori durante le diverse operazioni di processo. In questa ottica è stato sviluppato il Progetto INAIL-BRIC “Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organici mediante produzione integrata di biogas/bioidrometano e polimeri biodegradabili: sviluppo di processo ed aspetti di salute e sicurezza” per lo studio della sicurezza di bioprocessi innovativi per la piena valorizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani.

Un perfetto esempio di come l’economia circolare possa contribuire al raggiungimento del 10 per cento di energie rinnovabili nei trasporti entro il 2020 come previsto dall’Unione Europea è lo sviluppo del biometano dall’upgrading del biogas. L’Italia è uno dei principali produttori di biogas al mondo con più di 1500 impianti operativi (di questi 1.200 in ambito agricolo). In tale settore l’attività di ricerca ha permesso lo sviluppo di una proposta metodologica per la valutazione e gestione del biohazard connesso alle matrici impiegate e della formazione di atmosfere potenzialmente esplosive.

Ultimo aggiornamento: 26/07/2019