All’impiego dell’energia elettrica sono sempre associate due grandezze, la “corrente elettrica” e la “tensione”.
Al passaggio di corrente nei circuiti segue uno sviluppo di calore dipendente dal valore della “resistenza” del circuito e, in misura maggiore, dal valore dell’intensità di corrente. In generale, il calore sviluppato in parte viene trasmesso all’ambiente esterno, in parte determina un aumento di temperatura del “conduttore” e degli “isolanti” del circuito.
Se il fenomeno termico non è correttamente gestito, l’aumento di temperatura può provocare il danneggiamento degli isolanti; in taluni casi, questi diventano oggetto di una combustione localizzata che può evolvere in un incendio.
La presenza di una tensione tra i vari punti del circuito comporta altre criticità:
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la possibilità che si verifichi un “corto circuito”, se i due punti a tensione differente entrano in contatto;
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l’innesco di “archi elettrici”, se l’isolante non è opportunamente scelto e dimensionato in funzione del valore di tensione e delle condizioni ambientali;
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il passaggio di correnti attraverso il corpo umano, qualora questo entri simultaneamente in contatto con due parti tra cui è presente la tensione. Tali correnti possono generare effetti fisiopatologici (“shock elettrico”) variabili in funzione del valore della corrente e della durata del contatto che, nei casi più gravi, possono essere letali.
Nelle pagine che seguono, saranno descritti: le varie sorgenti di rischio elettrico, i più comuni eventi dannosi e le principali misure di sicurezza necessarie a fronteggiarli.
Le sorgenti di rischio elettrico sono tutti quei sistemi, impianti, apparecchi, componenti, materiali nei quali è presente energia elettrica (intenzionalmente o accidentalmente).
La presenza dell’energia elettrica è intenzionale nei sistemi per produrla, trasmetterla, distribuirla o in quelli per utilizzarla.
Nel sistemi di produzione, trasmissione e distribuzione pubblica dell’energia elettrica, le misure tecniche di sicurezza sono prese dall’ente che gestisce il servizio, il quale adotta anche opportune procedure per garantire la sicurezza del proprio personale durante le attività di manutenzione, controllo e, in generale, per tutti i lavori su tali impianti. Nei confronti delle reti di trasmissione e distribuzione pubblica non oggetto della propria attività, i datori di lavoro devono adottare misure organizzative e procedurali che impediscano di lavorare in prossimità di “parti attive” a distanze inferiori a quelle indicate dalla normativa, o che consentano comunque di proteggere i lavoratori (D.lgs. 81/08, art. 83, art. 117, allegato IX).
Nei casi di produzione di energia elettrica da parte di soggetti privati, sempre più frequenti per la progressiva diffusione delle fonti rinnovabili (principalmente impianti fotovoltaici connessi alla rete di distribuzione), in capo al Datore di Lavoro sono da considerare sia le misure di sicurezza tecniche, sia quelle organizzative e procedurali.
I sistemi per utilizzare l’energia elettrica sono essenzialmente gli “impianti elettrici utilizzatori”, gli “apparecchi utilizzatori” e gli “organi di collegamento mobile”. Anche per tali sistemi, sia le misure tecniche che quelle organizzative e procedurali sono responsabilità diretta del Datore di Lavoro.
Oltre ai casi in cui la presenza di energia elettrica è intenzionale, esistono anche fenomeni elettrici completamente accidentali, nei confronti dei quali è necessario adottare idonee misure di sicurezza.
È il caso ad esempio delle “scariche atmosferiche”, che evidentemente possono manifestarsi e determinare effetti dannosi anche in assenza di impianti o componenti elettrici; dell’accumulo di “cariche elettrostatiche”, che nel momento della scarica possono innescare incendi o esplosioni; della presenza delle cosiddette “masse estranee”, che possono introdurre nell’ambiente tensioni pericolose o ridurre l’efficacia delle protezioni nei confronti di guasti agli impianti presenti.
Ultimo aggiornamento: 29/03/2019